Il mio primo incontro con il legno risale a quando ero bambino, quindi il rapporto speciale che ho con questo materiale è di lunga data, profondo e indissolubilmente legato a ricordi ed emozioni.
Il legno mi teneva compagnia durante le vacanze estive nella casa dei nonni in montagna, dove uno dei miei passatempi preferiti era fare la punta a un ramo di castagno seduto sulle scale davanti al portone d’ingresso, o quando, nelle sere più fredde, bruciavamo ciocchi di quercia nel camino per scaldarci e passavo ore ipnotizzato dalle fiamme e le braci ardenti.
Qualche anno dopo il legno tornava tra le mie mani sotto forma di pezzi di corteccia di pino che, con lo stesso coltellino della mia infanzia, trasformavo in scafi di barche a vela che completavo poi con alberatura ricavata da stuzzicadenti, sartie e draglie fatte con lenze da pesca, vele di carte e scotte di spago da cucina.
Insieme agli anni aumentava anche il mio interesse per il legno (e le barche). A tredici anni iniziavo a cimentarmi nell’arte del modellismo navale, curvando e rifilando listelli di mogano e tiglio e tondini di ramino per riprodurre gli scafi e le alberature dei galeoni del XVIII secolo: modelli che, come nel Dylan Dog di Giuliano Bonelli, mi accompagnano da sempre incompleti.
Nel frattempo cominciavo a montare le prime mensole e a costruire i primi (rudimentali e poco raffinati) mobili con tavole di abete finché, qualche anno fa, un po’ per piacere e un po’ per necessità, ho progettato e realizzato i mobili per la mia prima casa e la soddisfazione è stata tanta.
Oggi nei giorni di smart working lavoro su una scrivania ricavata da una vecchia tavola che, dopo aver svolto diverse funzioni nel tempo, è stata riconvertita grazie alla costruzione di semplici gambe in tubolare di ferro, testimoni dei miei primi acerbi tentativi di saldatura.
Ma soprattutto oggi dalla mia passione per il legno e dall’entusiasmo di Margherita è nata la grande scommessa di officinasottocasa.
La nostra officina è il garage in cui tengo la moto che, per questo motivo, è costantemente ricoperta di polvere e di trucioli prodotti dalle lavorazioni del fine settimana. Sarà per questo che tutti i lunedì mattina, nel tragitto casa-ufficio quando mi fermo ai semafori, vengo avvolto dal profumo di legno tostato che si sprigiona dal 750 bicilindrico a V raffreddato ad aria.
Ne è passato di tempo da quando facevo la punta ai ramoscelli di castagno! In questo tempo ho imparato a fare tante cose con tanti materiali, ho acquistato numerosi, comodi e tecnologici utensili che permettono di eseguire il lavoro in modo preciso e veloce.
Eppure, malgrado tutta questa tecnologia e precisione, ancora non riesco a resistere al fascino di un elegante truciolo di legno prodotto da una pialla, alla tentazione di accarezzare una tavola di rovere resa calda, liscia e profumata dalla levigatura, o al romanticismo del gesto, tanto antico quanto umile, di tagliare una tavola di legno con una sega a mano.
Questo è il sentimento che aleggia nella nostra officina e il principio ispiratore delle nostre creazioni. Questa è officinasottocasa.
4 commenti
Valentina Sagaria Rossi · 14/03/2021 alle 22:32
Ciao! Ma che bella passione! Io adoro il legno, sarà che sono cresciuta tra mobili antichi tutti molto di legno e non riesco a mettere in casa cose che non siano di legno…. magari vi chiederò una vostra creazione….
Vi abbraccio, Valentina (di Massimo)
officinasottocasa · 15/03/2021 alle 10:04
Impossibile non amarlo, hai ragione. Molto volentieri per la creazione! Un abbraccio, M&A
Simona · 08/03/2021 alle 20:51
Siete bravi belli e poetici! Continuate così 😘
officinasottocasa · 09/03/2021 alle 13:05
E tu sei troooppo buona 🙂 Grazie per il supporto!